È successo così, mentre pensavo ad altro, anzi mentre la mia mente era impegnata ad essere distratta, le stavo dando da mangiare una storia su Netflix, mentre mangiavo un pasticcio riscaldato. Non c’era un motivo scatenante se non quella mail, stamattina, che ho letto male, in cui c’era un critica, che ho pensato fosse subito per me. Non lo era, non era nemmeno in discussione il mio operato. Le viscere si sono ritorte, il rospo è arrivato in gola e ho cercato subito di risolvere qualcosa che nemmeno c’era. Ho riletto, mi sono accorto, ok, tutto sotto controllo. Fino a pranzo. Era lì che mi aspettava, aveva cercato di fregarmi, ma l’avevo fregata io. Quindi così l’ho alimentata, l’ho fatta incazzare e si è vendicata mentre guardavo Sex Education, pensando sempre che forse ho sbagliato tutto e che dovevo fare il terapeuta. Finisco di mangiare, era come se fosse la mia pancia a pulsare invece del mio petto, come se ci fosse inveve un rubinetto acceso in quello, che strabordava, l’acqua sul filo come in una piscina, perfettamente a filo. Ma quella era la mia gola, mentre la pancia pulsava ecco lì, quella maledetta che mi toglie il respiro, tolgo la coperta dal divano, mi sento iperventilare. In un secondo mi ritrovo a smoccolare, allungo la mano verso la zampa del cane, parte quella sensazione che mi tiene appeso, come se fosse un messaggio non risposto, ma con un elefante sul petto. Mi devo alzare, vado in bagno, vado a fumare, vado a bere. Poi mi sono ricordato che in tempi peggiori, l’unica cosa che mi aiutava a buttare fuori tutto era scrivere. In quei tempi peggiori non avevo nessuno a cui raccontare, in questi tempi, invece, non lo faccio perché non posso dare pensieri in più, per protezione di chi ho accanto, caratteristica che avevo da sempre, e che ora è peggiorata. Così ho aperto il Mac, ho messo la password qui e ho deciso, che la butto fuori tutta, quella cosa che manco ho nominato dall’inizio di questo scritto a qui. Ciao, sono Andre, non l’ho mai avuta per 40 anni e ora soffro di ansia. Vaffanculo.